Alla scoperta di Villa «Tittoni»
Nell’ambito di «Ville Aperte» 2018, due weekend di visite guidate della villa progettata da Giuseppe Piermarini.
Progettata da Giuseppe Piermarini nel Settecento, Villa «Cusani Tittoni Traversi», o più semplicemente Villa «Tittoni», per due weekend aprirà al pubblico con i suoi cinque secoli di storia nell’ambito di «Ville Aperte» 2018.
Due weekend alla scoperta della Villa. Visite guidate gratuite sabato 22 settembre (alle 10, alle 11 e alle 12), domenica 23 settembre alla Villa (alle 9.30, 10.30, 11.30, 12.30, 16.30 e 17.30) e ai sotterranei (alle 11.30, 15.30 e 16.30), sabato 29 settembre «in notturna» (alle 21) e domenica 30 settembre (alle 9.30, 10.30, 11.30, 12.30, 16.30 e 17.30) e ai sotterranei della Villa (11.30, 15.30 e 16.30).
Visite «accessibili». Le visite, accessibili anche alle persone con disabilità sensoriali grazie a un progetto di marketing turistico e culturale che ha consentito anche a persone ipovedenti/non vedenti e sordi di partecipare a «Ville Aperte», possono essere prenotate su: www.villeaperte.info.
Una storia lunga cinque secoli. Le origini della villa sono risalgono al XVI secolo quando i conti di Rho possedevano a Desio residenza di campagna che nel secolo successivo venne requisita dalla Regia Camera di Milano e venduta, nel 1651, al marchese Ottavio Cusani. I Cusani la usarono come residenza di villeggiatura, mentre continuarono ad abitare a Palazzo «Cusani» nel cuore di Milano.
L’idea di trasformarla in una «villa di delizia» fu di Ferdinando Cusani, Ciambellano imperiale di Maria Teresa d’Austria che incaricò l’architetto Giuseppe Piermarini, archistar del Settecento, progettista della Villa Reale di Monza, di palazzo Belgioioso e del Teatro alla Scala di Milano.
Nel 1779 Giuseppe Piermarini termina la facciata in stile neoclassico. La villa ospita Ferdinando I di Borbone, re delle due Sicilie, e per l’occasione arrivò ad accoglierlo Ferdinando d’Asburgo, figlio di Maria Teresa e governatore di Milano.
Nei primi dell’Ottocento Luigi Cusani, figlio di Ferdinando, perse al gioco la villa che fu acquistata dalla famiglia Traversi e incaricò l’architetto bolognese Pelagio Pelagi di ampliare la villa che diventa quasi una quinta teatrale molto scenografica, anche grazie alla cancellata di ghisa in stile Buckingham ornata da statue di marmo Carrara raffiguranti le diverse attività umane e ai suoi magnifici interni: la Sala Rococò, la Sala Moresca dove gli affreschi si specchiano nei mosaici dei pavimenti, la Sala Neogotica con le vetrate decorate da Giuseppe Bertini.
Giovanni Traversi lasciò tutto nel 1900 al genero, Tommaso Tittoni, che diventerà con Giolitti ministro degli esteri e per breve tempo presidente del consiglio (per quindici giorni nel marzo 1905). Tittoni ospitò nella villa Umberto I di Savoia e chiamò l’architetto Luca Beltrami per costruire lo scalone in occasione dei negoziati della crisi bosniaca del 1908.