Giornata della Memoria: nonostante le restrizioni, Desio non dimentica. Due eventi online per ricordare le vittime dell’Olocausto
Trasmessi in anteprima sulla pagina Facebook del Comune il 27 e il 30 gennaio. Ma anche uno speciale della Provincia MB. Il Sindaco: “Un momento che ci rende ancora piu’ consapevoli del valore della libertà di parola, di pensiero, di espressione”
Le restrizioni per la pandemia non fermano la commemorazione per la Giornata della Memoria a Desio. “Il nostro dovere – racconta il Sindaco Roberto Corti - è quello di conoscere i fatti per acquisire coscienza dell’importanza dei valori del vivere insieme, nel rispetto della democrazia, della solidarietà. La memoria deve diventare una virtù condivisa e un sapere collettivo. E’ questo il senso più profondo delle iniziative in programma”.
“Il 27 gennaio è una data simbolica della società contemporanea basata sul rispetto dei diritti dell’uomo – spiega l’Assessore alla Cultura Cristina Redi - che abbiamo ereditato dai nostri anziani che hanno combattuto contro le dittature dispotiche nella Seconda guerra mondiale. Proprio per questo, anche in questo periodo di pandemia, la commemorazione non deve fermarsi. Così abbiamo organizzato un programma più snello e senza pubblico, invitando tutti alla riflessione: il 27 gennaio ricordiamo quello che è stato per non ricadere negli stessi errori del passato. Lo dobbiamo a chi è morto deportato in battaglia e, adesso, alle nuove generazioni, affinché sviluppino un senso di pace e dialogo. E’ questa la sfida che dobbiamo vincere”.
Due sono gli appuntamenti in programma online per celebrare questa ricorrenza, seppur in forma ridotta e senza pubblico, nel rispetto delle disposizioni anti-Covid19.
27 GENNAIO. Alle 15.30 presso il giardino della scuola primaria Gavazzi (via Vico) sarà installata la PANCHINA DELLA MEMORIA, per ricordare il maestro Renzo Sforni, espulso dalla stessa scuola a causa delle leggi razziali nel 1938 (evento rivolto esclusivamente agli studenti della scuola). Alle ore 21 sarà invece la volta dello spettacolo online L’ANGELO DEL GHETTO DI VARSAVIA, tratto dalla vita di Irena Sendler, a cura del Teatro dell’Aleph e trasmesso in anteprima sulla pagina Facebook del Comune.
30 GENNAIO. Alle 21, sempre online, un concerto di musica Kletzmer della cultura ebraica dell’est Europa, a cura del KLEZBAND TRIO (Erio Reverberi/Violino, Gian Pietro Marazza/Fisarmonica Luca, Garlaschelli/Contrabbasso). Tutti e tre i musicisti vantano una lunga collaborazione con colui il quale ha fatto conoscere questa musica in Italia: Moni Ovadia. Un viaggio tra le melodie struggenti, i ritmi incalzanti della musica di un popolo in esilio.
IN BIBLIOTECA. In occasione della Giornata della Memoria, predispone uno scaffale espositivo e alcune proposte bibliografiche sul tema Shoah, rivolto sia agli adulti che ai ragazzi.
PROVINCIA MONZA BRIANZA, PAROLE DI MEMORIA. Uno speciale dedicato alle Pietre di Inciampo e al tema della Memoria della Shoah e della deportazione. Il Programma prevede una serie di dirette streaming ed interviste, distribuite in varie giornate dal 20 al 27 gennaio, sul tema. Info e dirette su: www.provincia.mb.it e sulla pagina Facebook Provincia Monza Brianza
Per saperne di piu’
L'ANGELO DEL GHETTO DI VARSAVIA (Spettacolo teatrale) - La rappresentazione narra la coraggiosa storia di Irena Krizyzanowska Sendlerowa, la donna che salvò 2.500 bambini facendoli fuggire dal ghetto di Varsavia. Quando la Polonia fu invasa dai nazisti, Irena prese parte alla resistenza polacca entrando nella Żegota, un movimento clandestino, che la incaricò di salvare i bambini del ghetto di Varsavia. Riuscì a far scappare decine di bambini di tutte le età, attribuendo loro una nuova famiglia e una nuova identità, salvandoli così dalla deportazione e dalla morte. Annotava su un foglio il nome originale di ogni bambino accanto a quello falso e lo nascondeva in un barattolo che seppelliva ai piedi di un albero di mele nel suo giardino. Alla fine della guerra riportò alla luce i suoi preziosi barattoli, nel tentativo di ricongiungere i bambini alle loro famiglie d'origine.