«Parco Tittoni», tempo di «saudade»
Venerdì 24 agosto live il folk rock brasiliano, con forti contaminazioni milanesi, dei «Selton».
Vengono da Porto Alegre, ma ormai sono milanesi. Daniel Plentz (percussioni), Eduardo Stein Dechtiar (basso), Ramiro Levy (chitarra e ukulele) - nati in Brasile, diventati band a Barcelona nel 2005 e arrivati al successo in Italia - mescolano lingue, culture e influenze musicali.
Dopo il successo dell’album «Manifesto tropicale» e reduci da «Tomorrowland Italia», il grande festival di musica elettronica al parco di Monza, i «Selton» tornano live un tour di quindici date che venerdì 24 agosto approda a «Parco Tittoni» (ingresso 5 euro).
La loro musica unisce due lingue, l’italiano e il portoghese, passa dai Beatles a Caetano Veloso, mescolandoli con influenze più contemporanee, dal folk al pop, dal rock alla bossa nova.
Nel 2008 esordiscono con l’album «Banana à milanesa» , che riprende in portoghese alcuni brani di Enzo Jannacci e Cochi & Renato. Nel 2010 esce il secondo capitolo, «Selton», prodotto da Tommaso Colliva e Massimo Martellotta dei «Calibro 35». Nel 2013 è la volta di «Saudade», terzo album del gruppo. A distanza di tre anni pubblicano «Loreto paradiso» e, soprattutto, «Manifesto tropicale», segnalato tra i migliori venti album del 2017 secondo la speciale classifica di fine anno di «Rolling Stone».
Il titolo è ispirato a «Manifesto antropofago» di Oswald de Andrade, che nel 1928 teorizzò il «cannibalismo culturale» del Brasile, cioè la capacità dei brasiliani di ingerire, metabolizzare, fare proprio e rimettere in circolazione qualsiasi esperienza culturale. E con la loro musica i «Selton» tessono e ritessono il filo che unisce il loro Brasile alla – ormai loro – Milano.